Fao e Oie (rispettivamente Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e Organizzazione mondiale della sanità mondiale) hanno deciso di intervenire insieme, a livello globale, per sostenere i Paesi nel controllo della diffusione della Peste suina africana. Nel concreto, l’iniziativa delle due Organizzazioni mondiali è finalizzata a migliorare la capacità degli Stati di controllare, quindi prevenire, fronteggiare ed eradicare gli eventuali focolai che dovessero insorgere grazie all’adozione degli standard messi a punto dall’Oie e delle migliori pratiche che si fondano sulle più recenti evidenze scientifiche. Cooperazione e coordinamento sono alla base dell’accordo stretto tra Fao e Oie che investe di un ruolo fondamentale i servizi veterinari, pubblici e privati, a cui è demandato il compito di adottare i più stringenti criteri di trasparenza nella notifica di eventuali casi di contagio.
Nel mondo, attualmente, i Paesi dove gli allevamenti suinicoli sono stati colpiti dalla Peste suina africana sono più di 50, distribuiti tra Asia, Africa, regione del Pacifico ed Europa. Il suo impatto è devastante perché impone l’abbattimento dei capi allevati – solamente nell’ultima settimana monitorata dall’Oie, quella che va dal 26 giugno al 9 luglio scorsi, in Asia sono stati abbattuti poco meno di 17mila maiali – e l’inevitabile, conseguente danno economico sia per l’azienda interessata che per l’intero comparto suinicolo. L’assenza di un vaccino espone le porcilaie di tutto il mondo al rischio infettivo, soprattutto perché, come ha sottolineato la vicedirettrice generale della Fao, Maria Helena Samedo, “in un mondo globalizzato le malattie possono diffondersi rapidamente tra i confini”.
L’accordo tra Fao e Oie intende sostenere gli sforzi messi in campo dai vari Paesi per contrastare la malattia, rafforzare le misure di controllo e ridurre il suo impatto, un’azione che dovrebbe portare a una contrazione dei contagi, delle perdite di animali riducendo il numero dei Paesi interessati, con nessun nuovo Stato che andrebbe ad allungare la lista di quelli colpiti dalla malattia.
Intanto, dal canto suo l’Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) proprio in questi ultimi giorni ha avviato un’importante campagna di sensibilizzazione per contrastare la diffusione della malattia nell’Europa sudorientale coinvolgendo i Paesi inseriti in quella che è stata definita “area di preoccupazione” per la loro vicinanza a quelli in cui si sono registrati dei focolai. Parliamo di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Slovenia.
La Psa (Peste suina africana) sarà il tema al centro del dibattito della prossima edizione della Giornata della Suinicoltura che si terrà il 2 Dicembre 2020 a Reggio Emilia, presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, una struttura moderna e funzionale in grado di accogliere pubblico e relatori in condizioni di totale sicurezza. Dotato di ampi spazi, il Centro Malaguzzi permetterà una comoda e sicura accoglienza a tutti i visitatori, che ci aspettiamo numerosi come nelle passate edizioni.