In questo periodo storico parlare di eventi fieristici rimandati, o peggio, cancellati non solo non stupisce, ma è addirittura la norma. Da mesi si naviga a vista e in assenza di certezze sia sanitarie che normative, il destino di molte fiere presenti e future è più incerto che mai.
Tuttavia, nonostante le problematiche connesse alla posticipazione massiccia delle fiere, l’annullamento di un evento non deve necessariamente diventare qualcosa di irrecuperabile per le aziende espositrici. Vediamo insieme come sfruttare in nostro favore anche questo tipo di imprevisti, purtroppo piuttosto comuni in questo periodo storico.
Più tempo: una preziosa opportunità
Non tutti gli eventi rimandati vengono per nuocere, in particolar modo quelli che non si è riusciti ad organizzare in maniera completa e certosina. Il tempo extra ‘guadagnato’ grazie alle fiere posticipate dev’essere allocato in maniera precisa su tutti gli obiettivi e le azioni che non si è riusciti a portare a termine al 100% prima della data originaria della fiera.
Risparmio economico
Questo tempo extra a disposizione è anche una buona occasione per entrare nelle liste ‘early bird’ dell’evento e avere un ulteriore risparmio economico sulle spese di partecipazione.
Riorganizzazione dei team
Il periodo di crisi che stiamo affrontando, per quanto demoralizzante, ha anche il potere di cementificare i legami, sia personali che lavorativi, grazie alla solidarietà che spesso si sviluppa in tempi difficili.
Chi ha costruito uno staff affiatato ed un ambiente di lavoro sano, ha la possibilità di poter oliare ancora di più la collaborazione fra i vari dipartimenti e impostare obiettivi chiari su cosa ci si aspetta da ciascuno.
I dati: è il momento di usarli
Una buona strategia di marketing fieristico presuppone sempre obiettivi chiari e modi per misurarli.
Ogni fiera genera una mole di dati che andrebbero analizzati per verificare effettivamente il ROI, ed utilizzati poi in prospettiva per gli eventi successivi.
Ciò che spesso manca, anche nelle realtà più data driven, è il tempo per mettere in piedi queste analisi (spesso anche piuttosto complesse) e andare in profondità rispetto alle informazioni raccolte. Questo iato temporale è dunque l’occasione perfetta per un’elaborazione (o rielaborazione più dettagliata) di tutte le informazioni accumulate, a beneficio degli eventi futuri.
Nessuna decisione deve essere lasciata al caso.
Per le aziende che ancora devono entrare in questo mindset, è un’ottima occasione per iniziare a darsi obiettivi, definire KPI misurabili e impostare modalità di raccolta dati efficaci per gli eventi futuri.
Le fiere, capitoli di una storia da raccontare
Decidere a quali eventi valga la pena prendere parte e quali invece non rispondono alle esigenze, né coinvolgono il nostro target, è il primo passo per una strategia di marketing fieristico ben strutturata.
Le fiere a cui un’azienda espositrice prende parte sono dunque di base già legate fra di loro: parleranno ad un pubblico simile e saranno focalizzate su un’industria di riferimento specifica.
Immaginiamo ciascuno di questi eventi come il capitolo di un libro, che racconta un pezzo della storia del brand: questa connessione è più forte più i vari capitoli sono temporalmente vicini. Tutti gli eventi che stanno venendo rimandati andranno ad infoltire il calendario dei prossimi mesi, rendendo tutte queste fiere molto più vicine fra loro di quanto non fossero originariamente.
Questo gioca a favore di tutte le aziende che hanno buone capacità di storytelling, ma è anche una preziosa occasione, in virtù del tempo extra, per chi non ha ancora strutturato una brand identity forte, di raccontare e raccontarsi al proprio pubblico in modi nuovi.