Poche industrie possono vantare di aver superato le criticità di questi ultimi mesi senza conseguenze. Quasi tutti, settore fieristico in testa, hanno dovuto in qualche modo ripensare alle proprie modalità di fare business, con un aumento esponenziale nell’uso di tecnologie da remoto a compensazione delle grandi manifestazioni live, face to face.
Ora che lentamente si inizia a parlare di ripresa delle attività in molte parti del mondo, diversi attori del settore si domandano se questo periodo di forte contrazione degli eventi e disruption causata dal Covid-19 non abbia influenzato la considerazione riguardo agli eventi dal vivo e dato il via ad un progressivo, e permanente, declino dell’event marketing in favore dei mezzi digitali.
Dalle ricerche che in questi mesi hanno misurato un po’ il polso di organizzatori e fornitori operanti nel mercato, la risposta è meno ovvia (e un po’ più rassicurante) di quanto ci si possa aspettare.
I numeri del Q1 2020
Inoltrandoci ormai nelle prime settimane dell’estate possiamo iniziare, se non a tirare le somme, a guardarci indietro con il picco della crisi (ottimisticamente) alle spalle e fare qualche considerazione sui dati.
Un duro colpo iniziale al mercato di fiere ed eventi
Secondo le indagini del Center for Exhibition Industry Research, durante il primo quarter del 2020, l’intero settore fieristico ha registrato una decrescita del 15%, con più di ¾ degli eventi programmati per la seconda metà di Marzo sospesi o cancellati, ed i restanti rimandati (alcuni di essi comunque a rischio di definitiva cancellazione).
Un panorama piuttosto negativo, almeno inizialmente, considerando che prima della crisi sanitaria, il settore registrava da anni una costante crescita. Mercati come l’HORECA, i trasporti (aerei e non), l’organizzazione eventi ed in parte anche il settore turistico, già di per sé fra i più colpiti, hanno risentito doppiamente del contraccolpo anche a causa del mancato svolgimento di importanti eventi fieristici, che in condizioni normali muovono ogni anno centinaia di migliaia di professionisti e visitatori in tutto il mondo.
Verso la seconda metà dell’anno: forte motivazione alla ripresa
Global DMC Partners ha svolto poi un interessante sondaggio intervistando quasi 400 organizzatori di fiere ed eventi (ed anche qualche fornitore) sulle loro aspettative e piano d’azione per questa seconda metà del 2020 e il 2021.
L’impatto sul budget a medio-lungo termine
Quasi la metà degli organizzatori ha dichiarato un decremento nel budget dedicato agli eventi, con il mercato non-US a risentirne in maniera più consistente.
Il 56% degli intervistati si aspetta inoltre di svolgere il 25% o anche meno degli eventi originariamente schedulati per quest’anno, con un 13% che ha cancellato totalmente il proprio calendario, non svolgendone alcuno.
Fortunatamente, accanto a questa prima porzione di dati fortemente negativi sul 2020, il 90% degli organizzatori stanno programmando di spostare gli eventi al prossimo anno, che fa presagire un 2021 ricco di opportunità (seppur con alcune incertezze sul budget).
Fiere virtuali: sono qui per restare?
Quasi due terzi degli intervistati hanno inoltre dichiarato di aver comunque operato una parte degli eventi da remoto, in streaming e più generalmente in modalità ‘virtuale’.
La medesima percentuale, tuttavia, non ha alcuna intenzione di abbandonare del tutto l’evento fisico in favore delle soluzioni digitali e conta di poter nuovamente organizzare eventi tradizionali già da questo autunno.
Il face to face ne esce penalizzato, ma comunque insostituibile per la ripresa
A difendere l’importanza del contatto diretto e più in generale, delle grandi manifestazioni fieristiche come le conosciamo, fornire le linee guida per la ripresa in accordo con la WHO e chiedere l’appoggio dei governi per un settore che è un vero e proprio volano economico, si sono mosse in questi mesi tutte le associazioni sia internazionali (Ufi, Ceir, Emeca, ecc.), che nazionali, organizzando webinar e iniziative con esperti di tutto il mondo per discutere e cercare di definire quale sarà il new normal delle fiere e degli eventi.
Il 3 giugno scorso, in occasione della celebrazione del Global Exhibitions Day, si è voluto porre l’accento proprio sull’insostituibilità del face to face alla ripresa, a partire dal claim dell’evento stesso: “Exhibitions are key to Rebuilding Economies”.
Il settore ha voglia di ripartire
Questa voglia di rimettersi in gioco, comune un po’ a tutti gli attori di filiera, dai fornitori agli organizzatori, fino alle aziende espositrici, si percepisce forte e chiara nell’ultima parte del sondaggio di DMC: nonostante il 21% ritenga che sconfiggere la percezione di timore rispetto agli eventi ad alta affluenza sarà la sfida più grande dei prossimi mesi, assieme alle restrizioni su viaggi e trasporti (19%), quasi un terzo dei rispondenti sono fiduciosi nella ripresa di fiere ed eventi già a partire da Agosto di quest’anno, o al più tardi Ottobre. E la maggioranza conta comunque di scendere in campo con le dovute misure di sicurezza già nel breve termine.
Un dato che mette molto bene in risalto quanto il mercato fieristico abbia fortissima capacità di adattamento, trasformazione e una resilienza fuori dal comune; ne avevamo parlato anche noi qualche settimana fa e sarà argomento principe del nostro prossimo webinar.